Champions League, finalmente. Nel modo più sofferto possibile la Juventus conquista il quarto posto al termine di una partita folle, persa una volta e pareggiata due, grazie alle reti di Kenan Yildiz, Randal Kolo Muani e Manuel Locatelli, su rigore. A Venezia finisce 2-3, con Daniel Fila che spaventa subito i bianconeri e Ridgeciano Haps che la blocca momentaneamente nella ripresa. Ma Igor Tudor centra l’obiettivo e vede attivarsi la sua clausola di rinnovo. Eusebio Di Francesco, invece, cade di nuovo e finisce in Serie B.
A BOCCA APERTA
Horror, d’azione, parodia: per i bianconeri i primi cinque minuti di partita sono una carrellata di generi cinematografici differenti, opposti l’uno all’altro, infausti nella sequenza che vede la Signora inseguire dopo un centinaio di secondi un Venezia a un passo dalla retrocessione. Al 2’ la difesa juventina – seppur in evidente emergenza negli uomini – decide di lasciare Fila da solo in area, che così con il ginocchio sinistro infila sul primo palo Michele Di Gregorio a concludere una bella azione palla a terra, alzata solo dal cross-assist di Haps: festa sugli spalti al Pier Luigi Penzo, mondo bianconero incredulo, svuotato, basito. Come all’andata, l’incrocio con i veneti è un film horror. Al 5’ l’illusione, gli effetti speciale alla Tom Cruise che diventano crudele parodia: dal nulla Costa trova l’incrocio dei pali con un tiro pazzesco da fuori area, in controbalzo, ma il sollievo è artificio a brevissima durata perché prima della conclusione il portoghese tocca accidentalmente il pallone con la mano e il Var, puntuale, annulla l’1-1.
TOCCA AL 10
La serata di Di Francesco comincia quindi al meglio nonostante il forfeit all’ultimo di Gianluca Busio e l’assenza per squalifica di Jay Idzes, perché in laguna si respira salvezza per una ventina abbondante di minuti. I padroni di casa attaccano con coraggio, gli ospiti sembrano tremare in alcuni dei loro interpreti e il tutto si condensa in una partita aperta, veloce e imprevedibile anche se tecnicamente imprecisa. Tudor chiede coraggio e, come all’esordio contro il Genoa una rimessa rapida di Teun Koopmeiners aveva portato al gol dei tre punti, questa volta a ripetere lo stratagemma con lo stesso risultato è Andrea Cambiaso. Al 25’ due giocatori del Venezia pasticciano spedendo la palla in rimessa laterale, l’esterno della Nazionale la recupera velocemente e innesca in fascia Yildiz. Quando il numero 10 sembra aver perso il momento d’oro nell’uno contro uno con Marin Sverko, in realtà sterza sul piede sinistro e infila Ionut Radu con rabbia. È quello che serviva agli uomini di Tudor, proprio in risposta al vantaggio della Roma in casa del Torino (rigore dell’ex Leandro Paredes).
UN PASSO AVANTI, UNO INDIETRO
Con il guizzo della stellina turca l’inerzia sembra cambiare in virtù dell’iniezione di fiducia nei calciatori bianconeri e di fatti al 31’ Kolo Muani completa la rimonta, avventandosi sul pallone dalla mattonella di Costa, spostandolo a destra e fulminando Radu con il destro a incrociare. Ora per gli juventini il pallone pesa molto meno e, se non fosse per un palo esterno colpito da lontanissimo da Hans Nicolussi Caviglia, la Signora sembra avere la partita tra le mani. All’intervallo Tudor toglie l’ammonito Costa rimpiazzandolo con l’acciaccato Renato Veiga, ma proprio quando il possesso palla ospite pare ridurre i rischi di altre brutte sorprese, la difesa juventina balla ancora malamente: al 55’ Issa Doumbia viene innescato in profondità sulla destra senza alcun disturbo, palla in mezzo all’area e “piattone” di Haps che finisce in rete dopo la deviazione di Nicolò Savona. E la Juventus scende ancora al quinto posto.
CAPITAN CHAMPIONS
Il Penzo, all’improvviso, diventa uno stadio stregato. Molte gambe bianconere tornano a tremare, mentre quelle del Venezia viaggiano al doppio della velocità: John Yeboah scappa sulla destra e lancia in profondità ancora Doumbia, che si vede negare il clamoroso ribaltone soltanto dallo splendido volo di Di Gregorio sotto l’incrocio vicino. Cambiaso soffre dannatamente e il resto della difesa ospite non fa molto meglio, ma a togliere le castagne dal fuoco è il fumantino Francisco Conceiçao. Il suo dribbling secco su Nicolussi Caviglia all’ingresso dell’area è quanto basta per conquistare un rigore d’oro, netto per il colpo dell’ex juventino che arriva soltanto sulla gamba del portoghese e non sul pallone. Locatelli, al primo penalty della sua avventura bianconera, infila il pallone sotto l’incrocio per il 2-3 al 75’. A un quarto d’ora dalla fine Di Francesco e Tudor hanno già cominciato a ruotare i giocatori, molti esausti a fine stagione, e per la prima volta nel match pare che la Juventus provi ad addormentare la partita. I crampi, da ambo le parti, agevolano il compito. La contemporanea vittoria del Lecce in casa della Lazio afferma che il Venezia sarebbe in Serie B anche con una vittoria, così le forze calano anche per i padroni di casa e il 96’ arriva inesorabile. Juventus in Champions League, Venezia retrocesso.
fonte: gazzetta.it