Non vi è traccia, nel decreto n°18 del 17 marzo 2020, delle professioni informatiche, “scrive in una nota il Presidente Del Polo Digitale Calabria Emilio De Rango”, di tutti quei professionisti, imprenditori ICT, tecnici, sistemisti e specialisti di settore che, con specifiche competenze, hanno favorito ed emesso in piedi tutti i sistemi digitali in Italia, che oggi, come non mai, si sono rilevati fondamentali per poter affrontare una crisi senza precedenti.
Si dà indicazione di operare in Smart working ma non si citano tutte quelle aziende e specialisti del settore ICT e quelle figure professionali che hanno permesso di fruire a migliaia di lavoratori italiani dei servizi legati alle nuove tecnologie e telecomunicazioni, che hanno consentito il lavoro a distanza. Le aziende comunicano tra di loro grazie a questi strumenti, gli ospedali riescono ad essere più rapidi nella comunicazione ed efficienti nelle valutazioni diagnostiche grazie ai sistemi digitali, le scuole, le università riescono a mantenere “viva” un’offerta formativa erogando didattica a distanza grazie alle piattaforme di comunicazione.
Molte aziende sono riuscite a rimanere attive e a sopravvivere sul mercato, in questo periodo emergenziale, appunto perché hanno utilizzato sistemi digitali e di comunicazione che hanno permesso di svolgere le attività in maniera continuativa anche a distanza, molti dipendenti, grazie alle tecnologie e al supporto di tecnici e sistemisti, hanno proseguito le loro attività anche da casa.
Bene, ma dietro tutto questo pensate non ci siano nessuno? Non è così semplice! “continua il Presidente del Polo Digitale Calabria Emilio De Rango” Le infrastrutture e i sistemi esistono e sono funzionanti grazie alle aziende ICT e agli specialisti di settore che sono sempre operativi, anche se non si vedono, anche se non si sentono; lavorano silenziosamente e danno il meglio della loro professionalità per favorire servizi affinché i sistemi legati ai processi di digitalizzazione possano rimanere attivi e continuare a funzionare.
Immaginate cosa succederebbe se le infrastrutture di rete andassero in Lockdown e non ci fosse nessuno ad occuparsene!
Sviluppatori, sistemisti, progettisti di sistemi informatici evoluti, non aspettano l’emergenza del Covid-19 per lavorare più di 18 ore al giorno, sovente non hanno tregua perché la rete ha delle priorità, perché il cliente è esigente, perché hanno necessità di rimanere operativi per affrontare il mercato digitale che è in continua evoluzione e ti sottopone a continue sfide per sopravvivere.
Si elogiano (giustamente) medici, infermieri, forze dell’ordine, autotrasportatori ecc… e si varano misure a sostegno di queste categorie; mi chiedo se noi Informatici non fossimo rimasti a lavorare, in un silenzio assordante e con un’attività “invisibile”, probabilmente il paese avrebbe veramente subito un considerevole collasso e a farne le spese sarebbero state le imprese, gli ospedali, il mondo dell’istruzione, gli enti pubblici, appunto perché connessi attraverso la rete, una rete che assume sempre più il controllo delle nostre vite e del nostro lavoro.
Le continue richieste di supporto e assistenza tecnica partite dal 20 febbraio, che sono state gestite a migliaia, nonché richieste di attivazioni di nuove postazioni in Smart working hanno creato non poche difficoltà alle aziende del settore; ma hanno trovato professionisti pronti ed abituati ad intervenire ed a permettere e garantire, in una situazione emergenziale, la continuità delle attività.
La richiesta dei nostri servizi continua ad essere forte e in crescita, ma il quadro economico che si prospetta per i prossimi mesi è da post-guerra, e iniziano a sorgere i primi interrogativi: le aziende saranno in grado di pagare i servizi che abbiamo erogato? Sono state previste misure nei decreti varati che sostengono il nostro settore? Vi sono risorse o voucher da far giungere alle imprese per consentire e agevolare i processi di digitalizzazione in Smart working? La regione Lombardia e il Lazio proprio in questi giorni hanno emanato l’avviso pubblico per l’adozione di piani aziendali di Smart working, per dare la possibilità alle imprese, in un periodo così drammatico, di consentire ed adottare piani di Smart working al fine di incrementare la produttività e aumentare il benessere di lavoratori e lavoratrici.
Ecco quali sono le criticità che affiorano alla luce del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo che non ha minimamente considerato il settore ICT: abbiamo appreso di una misura di sostegno destinata alle partite IVA pari a 600,00€, che non è il caso di commentare, perché si commenta da sola. Un imprenditore potrà ricevere un indennizzo pari a 600,00€, dopo aver pagato circa il 60% di tasse all’anno allo Stato, in base agli scaglioni di fatturazione, per poter svolgere un’attività in Italia. Lo Stato ricambia, in una situazione così grave, con una cifra veramente RIDICOLA agli occhi di tutti; le imprese praticamente sono considerate al pari delle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza. Mi chiedo con quali criteri siano state varate queste misure completamente inadeguate per far fronte ad una emergenza di tale dimensione ed entità; 600,00€ di cui non si conoscono neanche i piani attuativi di erogazione e i tempi di attesa. C’è bisogno di chiarezza e di una presa di coscienza da parte delle istituzioni le quali hanno commesso un grave errore di valutazione nell’escludere un settore che è ormai basilare e vitale per il funzionamento di una nazione ed della sua economia e, come tale deve essere considerato dalle istituzioni.
In questo momento c’è bisogno di incentivi destinati alle piccole, medie e micro imprese, affinché possano accedere ai processi di digitalizzazione ed affrontare nuove forme di commercio e di lavoro per poter ripartire e così risorgere.
Un forte appello va fatto al Presidente della Regione Calabria Jole Santelli, affinché possa adoperarsi per utilizzare i Fondi Europei per stanziare risorse economiche finalizzate all’adozione di piani aziendali di Smart working, seguendo il percorso intrapreso dalla Regione Lombardia e Lazio, attraverso un bando che possa raggiungere tutte le aziende presenti all’interno del nostro tessuto imprenditoriale.
Le aziende del Polo Digitale Calabria, che rappresentano, d’altronde, tutte le imprese che fanno parte del nostro tessuto imprenditoriale regionale, attualmente si trovano ad affrontare un’emergenza gravissima perché fino a mese non potranno pagare fitto, utenze, mutui, finanziarie ed altro ed in più non hanno la percezione minima di quanto si protrarrà il periodo di fermo.
Immagino che, al termine dell’emergenza e del blocco imposto in questo periodo, molte aziende probabilmente non apriranno più se lo Stato non interverrà seriamente varando misure adeguate capaci di supportare ed indirizzare imprese e professionisti verso una ripresa economica.
In chiusura, ”conclude De Rango” mi corre l’obbligo di invitare tutti i colleghi del settore ICT affinché possano aderire al comitato:
“Rappresentiamo le imprese ICT E DIGITALI unite contro la crisi del COVID-19”. Questo è un modo per unirci nell’intento di portare alla luce le criticità del nostro settore in un periodo così difficile e di forte incertezza. Dobbiamo portare all’attenzione del governo e dell’opinione pubblica la nostra categoria che non è ancora rappresentata.
Per aderire basta compilare il modulo posto in basso ADESIONE AL COMITATO.
Fonte: polodigitalecalabria.it