La Cina sollecita un “accordo di pace vincolante” per chiudere la guerra in Ucraina, dopo che Kiev e i suoi alleati hanno esortato Mosca ad accettare un cessate il fuoco di 30 giorni e il presidente russo Vladimir Putin ha rilanciato con la proposta di negoziati diretti.
“Sosteniamo tutti gli sforzi che favoriscono la pace e speriamo che le parti rilevanti decideranno di continuare a risolvere il problema attraverso il dialogo e la negoziazione”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, sollecitando nel briefing quotidiano un “accordo di pace vincolante che sia accettabile per tutte le parti”.
Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto ieri una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, durante la quale ha ribadito che la “massima priorità” degli Stati Uniti sulla guerra tra Russia e Ucraina “rimane la fine dei combattimenti e un cessate il fuoco immediato”, mentre l’Eliseo plaude all’incontro a Kiev tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader dei paesi cosiddetti “volenterosi” per una pace giusta e duratura in Ucraina.
Kiev denuncia intanto che la Russia ha lanciato 108 droni durante la notte, nonostante l’ultimatum per il cessate il fuoco. “Dalle ore 23:00 di domenica 11 maggio, i russi hanno attaccato l’Ucraina con 108 droni Shahed e droni simulatori di vario tipo dalle seguenti direzioni: Bryansk, Orel, Shatalovo, Millerovo, Primorsko-Akhtarsk e Chauda” riferisce Ukrinform citando un messaggio del’aeronautica militare dell’Ucraina su Telegram .
Il cessate il fuoco “in Ucraina ancora non c’è”, come dimostrano “gli attacchi di questa notte”, ha commentato Kaja Kallas, responsabile della politica estera UE, a margine della riunione ministeriale odierna di Londra dei 6 big europei del gruppo di Weimar + allargata a Kiev.
Kallas ha aggiunto che occorre rafforzare “le pressioni sulla Russia” che “continua a fare giochetti”. Kallas si è mostrata scettica sulle intenzioni di Mosca nei negoziati in Turchia, pur elogiando la disponibilità a trattare del presidente Zelensky, e ha affermato che “bisogna essere in due per fare la pace, mentre basta uno per fare la guerra”.
Quanto alla minaccia di nuove sanzioni, Kallas si è limitata a evocare un “settimo pacchetto” che l’Ue discuterà la prossima settimana, ipotizzando che possano riguardare anche petrolio e gas. Mentre ha lodato il senatore repubblicano americano Graham per aver proposto a sua volta al Congresso ulteriori sanzioni anti-russe.
fonte: ansa.it